Una casa malese..articolo pubblicato su Ravenna&Dintorni

Marco mi è in scia, pedala per inerzia come me dopo sette ore in sella con un po’ di musica alle orecchie e poca acqua nelle borracce. Io faccio la direzione e mi invento le storie che mi fanno compagnia nel lungo andare, nella infinita meditazione che accompagna un ciclista lento. La Malesia, terra delle Tigri di Sandokan, bagnata da due mari e perlopiù pianeggiante, è una nazione verde, coltivata quasi interamente a palme da olio e benedetta dall’oro nero nel sottosuolo. Siamo piacevolmente stupiti di trovarvi una modernità diffusa e una buona accoglienza ovunque, dimostrataci anche dalla facilità con cui i più si rivolgono a noi in inglese.
A sette ore di fuso orario dall’Italia, voi state per pranzare mentre noi cerchiamo riparo perchè il tramonto è il traguardo della nostra giornata. Convertiamo i pochi ultimi Baht tailandesi in Ringgit malesi, compriamo acqua frutta e un dubbio pacco di pasta poi cerchiamo una tettoia dove passare la notte, protetti dalla zanzariera vitale come il sonno.
Chiediamo ad una famiglia mussulmana se possiamo accamparci nel loro cortile e loro senza esitare, dopo un tè offerto per “studiarci” ci aprono le porte di casa, le porte del paradiso! Io e marco abbiamo capito che solo entrando nelle case si riesce a comprendere meglio il paese dove si è, le sue usanze e le sfumature dei caratteri. TERIMA KASIH ripetiamo loro entrando con il sorriso, significa grazie in malay e in quella danza primordiale di gesti, suoni, sguardi, osservazioni si manifesta la più antica e urgente necessità: quella di comunicare.

E’ Mama, la padrona di casa dall’aspetto cordiale a farci sentire immediatamente a nostro agio. Anche in Malesia si cammina scalzi in casa, dove si può si mangia senza forchette e con la mano destra, la cucina è anche qui il centro della casa e gli smartphone squillano ovunque. La cena è un banchetto di condivisione, noi cuciniamo la pasta e loro il riso, la zuppa, le patate ripiene. C’è una atmosfera stupenda, Nashikin la figlia maggiore segue i nipotini, i piccoli vicini che entrano e poi ci sono i fratelli, cugini e curiosi dei due ospiti bianchi venuti in pace. Ed è festa, festa in famiglia, noi ne facciamo parte come per magia. Al mattino si fa colazione insieme, poi carichiamo la bici e scattiamo una foto, ma Mama si commuove e contagia tutti.. Li salutiamo e sicuri che il loro dolce “buon viaggio” ci porterà bene, siamo di nuovo in sella, emozionati.

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