In quattro amici..articolo pubblicato su Ravenna&Dintorni

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Empat Sepeda, così ci chiamano nella lingua di Java. Siamo quattro biciclette adesso che nostri due carissimi amici di Ravenna si sono uniti a noi per capire un po’ il nostro viaggio. Ci conosciamo da tempo ed è bello ritrovarsi improvvisamente insieme in una scia più lunga con storie da svelare e mesi da raccontare.
In quattro si è come una piccola squadra ciclistica dove l’obiettivo non è andare più forte per arrivare prima, ma trasferirci sensazioni che a parole, da fermi, non riusciremmo a trasmetterci. Penso che l’amicizia sia anche questo, voler veramente comprendere cosa stia attraversando che ti sta vicino, come sta vivendo.
L’Indonesia è una terra di persone sorridenti, per lunghi tratti povera e poco turistica. Attraversiamo cortei di “carnevale” in festa dove si balla in strada bloccando il traffico ma ridestando la gioia di stare insieme. Pedaliamo per ore in lande pianeggianti coltivate a riso che sfumano in paludi e vicino al mare in saline. Noi come rondini migratorie sorvoliamo chiacchierando, il nostro nido di Natale è più a sud, verso Bali.
Ogni ambulante ci offre cibi semplici e piccanti e i nuovi arrivati vergini dei veri sapori orientali percepiscono in maniera forte il cambiamento della cucina. I modi di vivere sono rustici, senza carta igienica, senza posate, senza doccia ma con un secchio d’acqua.. Serve un buono spirito di adattamento e con un sorriso tutto si trasforma in una esperienza da ricordare.
Proprio ieri sera ci siamo accampati per la notte nel loggiato di una moschea, ci siamo lavati dopo sette ore di bici dove i mussulmani si puliscono i piedi prima di pregare, abbiamo mangiato riso bianco con brodo di zampe di gallina e comunicato a gesti prima di svenire sul cemento cullati dal ronzio delle zanzare e dal rumore dei camion. Ma come canta Carmen Consoli, Ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita e quello che abbiamo perso in comodità l’abbiamo guadagnato al risveglio, un’alba colorata, il canto dell’Imam dal minareto e cento bambini intorno a noi, per ridere e abbracciare il nuovo ospite dalla pelle chiara e le sepeda cariche da viaggio.. sembrava un sogno, sembrava un inno alla vita.

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